Formazione rocce sedimentarie: viaggio nella geologia del parco Novella

Gli studi sulla formazione delle rocce sedimentarie della Val di Non, con particolare riferimento alla porzione di territorio interessata dal Torrente Novella, hanno una storia molto lunga. Studi che risultano di estremo interesse non solo per gli appassionati di geologia ma per chiunque sia interessato a scoprire i tesori nascosti di questo piccolo ma prezioso parco fluviale situato in Trentino. 

 

I pionieristici studi sulla formazione delle rocce sedimentarie in Val di Non

I primi studi geologici sulla Val di Non risalgono alla seconda metà dell’800 ad opera di importanti geologi di scuola germanica i quali si accorsero per primi della somiglianza tra le rocce d’Anaunia e le formazioni rocciose delle Dolomiti (queste ultime rappresentavano all’epoca un privilegiato campo d’indagine della neonata Scienza della Geologia). 

Ai primi del ‘900 risalgono invece i primi rilievi che proseguirono per tutta la restante parte del XX secolo con importanti contributi di illustri geologi italiani. È grazie a questi primi studi e dati raccolti che è stato possibile ricostruire con buona accuratezza le tappe fondamentali della lunga storia geologica di questo territorio e scoprire la presenza di siti particolarmente significativi, tra cui i quasi 20 km della valle del Torrente Novella. 

 

La formazione delle rocce sedimentarie del Parco Novella: un viaggio lungo oltre 280 milioni di anni

Percorrere il corso del Torrente Novella, dalle sue sorgenti fino alla sua confluenza nel lago di Santa Giustina, significa compiere un vero e proprio viaggio nel tempo geologico lungo oltre 280 milioni di anni, che proveremo a ripercorrere qui a grandi tappe. 


Dalle rocce vulcaniche alla formazione delle rocce sedimentarie più antiche della Val di Non 

Il primo capitolo di questo affascinante racconto lo possiamo leggere nelle rocce vulcaniche del massiccio del Monte Luco, su cui scorre il torrente Novella per i primi due chilometri. Queste vulcaniti ci dicono che tra 285 e 274 milioni di anni fa questa zona faceva parte di un importante complesso vulcanico. Tra un’eruzione e un’altra, nei momenti di “pausa”, la superficie lavica veniva colonizzata dalla vegetazione e l’acqua piovana formava torrenti che erodevano la roccia: è in questo ambiente che ha avuto origine la Formazione di Tregiovo, la più antica roccia sedimentaria della Val di Non. 


La Linea di Foiana che diede origine alle montagne trentine

Proseguendo la discesa del torrente Novella, all’improvviso le lave cedono il posto ad una successione di strati dolomitici e calcarei piegati e deformati in senso verticale. Il motivo di questa disposizione si deve alla presenza della Linea di Foiana, la più importante faglia della zona. Tra 15 e 8 milioni di anni fa è lungo questa e altre faglie della stessa famiglia che si sono concentrate le imponenti spinte tettoniche delle placche continentali che hanno portato alla formazione delle montagne trentine


I fondali marini e i 20 milioni di anni geologici “scomparsi”

Gli strati rocciosi verticali che si notano nel greto del Novella si sono formati in ambiente marino prossimo alle terre emerse. E questo ce lo testimonia la presenza di impronte fossili di rettili continentali e numerosi resti vegetali, tra cui soprattutto conifere. 

Qui si passa in modo repentino dai vulcani del periodo Permiano ai mari del periodo Triassico compiendo un salto di oltre 20 milioni di anni. Lungo il Torrente Novella sono infatti assenti le rocce che testimoniano il progressivo passaggio tra questi due ambienti. Questo fenomeno è dovuto ai sollevamenti avvenuti lungo la Linea di Foiana che in questa area hanno cancellato ai nostri occhi la storia geologica che vede la progressiva conquista delle terre emerse da parte del mare. 


La Dolomia del Triassico 

rocce sedimentarie parco novellaProseguendo il viaggio lungo il corso del torrente fino allo sbocco nel lago di Santa Giustina troviamo dure bancate di Dolomia, roccia più tenace e resistente di quelle fin qui nominate. In particolare i sedimenti in questa ultima parte del Torrente sono appartenenti alla Formazione del Contrin, alla Dolomia dello Scilliar e alla Dolomia Principale. Le prime due si sono formate tra i 235 e i 230 milioni di anni fa sul fondo di mari tropicali poco profondi dove proliferavano alghe e coralli, principali artefici della genesi di queste rocce.


 

 

L’abbassamento dei mari e la Formazione di Travenanzes

La Dolomia testimonia un importante passaggio della storia geologica del Trentino. Tra 230 e 228 milioni di anni fa un’intensa attività vulcanica riversò grandi quantità di lava nei fondali marini. Nell’arco di “pochi” milioni di anni, il livello del mare si abbassò e vennero allo scoperto i vecchi fondali che iniziarono a subire l’attacco degli agenti atmosferici. L’erosione delle scogliere produsse un livellamento del paesaggio e l’accumulo di sabbie e argille che hanno dato vita alla Formazione di Travenanzes (una sedimentazione mista). 


La Scaglia Rossa e l’innalzamento del mare

Continuando il percorso verso sud, il torrente scorre incassato tra le colorate pareti della Scaglia Rossasedimentazione rocce

Le rocce di Rosso Ammonitico sono appartenenti al periodo del Giurassico medio-superiore, un intervallo di tempo compreso tra i 170 e i 145 milioni di anni fa, quando il mare era profondo diverse centinaia di metri. 

Il Rosso Ammonitico sovrapposto alla Dolomia rappresenta una particolarità dell’alta Val di Non. Per circa 30 milioni di anni, mentre buona parte del Trentino si trovava in condizioni marine, l’alta Val di Non era all’asciutto con la Dolomia Principale esposta alle intemperie e all’erosione. A causa dell’azione corrosiva dell’acqua vennero a formarsi numerose cavità carsiche che oggi contribuiscono a conferire il caratteristico aspetto bucherellato della roccia. Successivamente, anche questa parte di territorio venne sommersa dal mare per diverse decine di milioni di anni. In queste rocce infatti sono stati ritrovati fossili marini tra cui anche denti di squalo


La Formazione di Val d’Agola e i primi sedimenti alpini

Dopo la Scaglia Rossa, troviamo calcari e marne dal colore sempre più grigio: siamo davanti alla Formazione di Val d’Agola, formatasi all’incirca 50 milioni di anni fa. Questo tipo di formazione è oggi ben visibile dal punto panoramico posto lungo il percorso turistico del Parco Novella. Questa formazione è rappresentativa di una grande frana sottomarina che ha trasportato in profondità e per grandi distanze sedimenti erosi provenienti da terre più lontane. All’interno di questi sedimenti è stato ritrovato quarzo e biotite. Questo ci dice che provenivano da zone molto più a nord in cui già a quel tempo era in atto l’emersione dal mare dei primi nuclei della catena alpina

La fase finale che ha contribuito a plasmare il paesaggio anaune ha come protagonisti gli imponenti movimenti tettonici che negli ultimi 15 milioni di anni hanno portato alla formazione delle Alpi Meridionali. A questa fase, nelle ultime decine di migliaia di anni si è sovrapposta l’importante opera del modellamento glaciale e fluviale che, come un abile scultore, ha rifinito i tratti morfologici della valle conferendole l’attuale peculiare aspetto. 

 

Dopo aver percorso idealmente l’intera storia geologica del torrente Novella, non rimane che indossare scarponcini e caschetto ed avventurarsi  alla scoperta deò mondo misterioso ed affascinante delle sue forre. Buon viaggio! 

 

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