La dolomia roccia della forra e la valle a V: i due volti del Novella

La dolomia è una roccia sedimentaria che caratterizza alcune formazioni del Parco Fluviale Novella in Val di Non. Si trova anche nelle montagne della Lombardia, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Qui da noi, è possibile trovarla nella formazione della forra, la profonda e spettacolare gola a pareti verticali che è possibile visitare all’interno del parco. Si tratta di una roccia formatasi oltre 200 milioni di anni fa ed è ricca al suo interno di testimonianze di organismi che un tempo abitavano l’area del Novella. 

Del tutto diversa in quanto a conformazione e ambiente è invece la cosiddetta “valle a V”, formatasi 100 milioni di anni fa e caratterizzata da un paesaggio meno aspro e più rigoglioso rispetto alla forra. In questo articolo ve le faremo conoscere entrambe. Allacciate quindi il caschetto da geologi che si parte! 

Formazione e origine della dolomia

La dolomia, nel caso specifico Dolomia Principale, è una roccia carbonatica costituita in prevalenza da dolomite, un minerale composto da carbonato di calcio e magnesio. Fu scoperta per la prima volta nel Settecento dal geologo Deodat de Dolomieu (da cui prende infatti il nome) e dall’amico chimico Nicolas-Théodore de Saussure che analizzarono i gruppi montuosi delle Dolomiti. La formazione di questa roccia avviene secondo due processi alternativi:

  • il primo riguarda la trasformazione della Calcite in Dolomite, causata dalla circolazione di acque ricche di magnesio all’interno dei sedimenti primordiali. Il processo di “dolomitizzazione” porta il magnesio all’interno del Carbonato di Calcio. Ciò avviene in particolare nei luoghi in cui le acque dolci e salate s’incontrano;
  • nel secondo processo, la formazione del minerale avviene direttamente sulla spiaggia, prima della sua sepoltura e della sua trasformazione in roccia segnata dall’acqua del mare. 

La dolomia si può presentare in varie tipologie, a seconda del grado di impurità della sua composizione, ma in generale appare bianca e brillante.

La dolomia, roccia sedimentaria, madre della forra

Come detto, all’interno del Parco Fluviale Novella la dolomia si trova in prevalenza nella forra, caratterizzata da pareti molto alte, strette e anguste. La formazione della roccia è avvenuta circa 200 milioni di anni fa e la sua trasformazione è continuata a causa dell’azione dei fiumi subglaciali e con il passaggio del fiume Novella, che l’ha erosa fino a creare la profonda gola che oggi conosciamo.

Un buon tratto di forra scavato dal fiume è inciso in massicce bancate di Dolomia Principale (risalente a 220 milioni di anni fa). In alcune cavità presenti nella roccia si notano impronte fossili di gusci di molluschi che vivevano affossati nel fango dei mari del Triassico superiore. Si tratta in prevalenza di megalodonti, fossili comuni in questa formazione rocciosa costituiti da due valve ornate da uncinature (chiamate umboni) che permettevano al mollusco di stabilizzarsi nel fango.

L’altro volto del Novella: la scaglia rossa

Concluso il viaggio nei passaggi insidiosi della forra scolpita nella dolomia, ci si imbatte in un ambiente molto diverso. La valle si apre e diventa più luminosa, con un profilo tipico a V, caratterizzata dalla Scaglia Rossa che si presenta in parte rossa e in parte grigia. La differenza di colore è riferibile alle diverse concentrazioni di ossigeno nell’acqua marina nel periodo della formazione (quest’area infatti era sommersa all’epoca dalla Tetide, un braccio oceanico disposto in senso Est-Ovest che, nei tempi geologici compresi tra il Permiano e il Miocene, separava l’Africa settentrionale dall’Europa e dall’Asia). La parte rossa è associata ad una maggiore presenza di ossigeno mentre la grigia ad una minore presenza di ossigeno.

Questa zona ravviva il precedente paesaggio aspro riportando alla mente i classici scenari da film western. Il profilo delle pareti della valle incisa nella scaglia si mostra a denti di sega e questo è dovuto all’alternanza degli strati calcarei con i più teneri livelli calcareo-marnosi che risultano caratterizzati da una minore durevolezza (resistenza della roccia agli agenti atmosferici) e gelività (resistenza all’azione del gelo e disgelo). Per buona parte dell’anno una significativa area della scaglia rossa è sommersa dall’acqua del lago di Santa Giustina. I profili irregolari della scaglia rossa emergono a pelo d’acqua e li si possono ammirare esplorando questo angolo nascosto di canyon solo pagaiando a bordo di un kayak.

Dopo esserci immersi nella geologia del Parco Fluviale Novella, non ci resta che scoprirlo assieme! Vi aspettiamo numerosi per regalarvi momenti indimenticabili!

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